Da quassù il panorama toglie il fiato: in Valle d’Aosta, alla conquista del Monte Bianco

Mar 10, 2018

La funivia futuristica Skyway Monte Bianco, inaugurata nel 2015, sale in 15 minuti a oltre 3.462 metri di altitudine.

Un viaggio verso il paradiso, all’interno di una cabina panoramica girevole, tutta in vetro, per toccare il cielo con un dito e provare l’ebrezza di salire ad una velocità di 9 metri al secondo. L’ascesa in vetta è un sogno che parte dalla mondana Courmayeur (1.300 m), conduce alla stazione intermedia di Pavillon du Mont Fréty (2.200 m) per poi approdare ai ghiacci e alla neve di Punta Helbronner (3.462 m).

I paesaggi cambiano con l’altitudine, che regala dapprima un panorama declinato dal verde degli alberi e dai prati per poi trasformarsi nel marrone delle rocce e nel bianco della neve. La vista sul Gigante d’Europa e sulle vette circostanti toglie il fiato.

Per rimanere in tema alpino aggiungo l’incipit di un racconto scritto a quattro mani con il mio amico Giorgio Zigiotti per la rassegna “BRIVIDI SUL BIANCO”. Purtroppo non è stato selezionato ma a noi piace così com’è.

GIGLI SUL BIANCO

Gino e Michele si erano conosciuti su Facebook. Era stata una foto di Gino che sciava fuori pista ad incuriosire Michele, anche lui appassionato sciatore. In breve erano passati a scriversi, scambiandosi consigli su piste, attrezzature e rifugi.

Gino viveva a Milano e Michele a Genova, avrebbero voluto incontrarsi per sciare insieme ma i rispettivi lavori e gli impegni extra lavorativi non lo permettevano. Gino era impegnato politicamente: la sezione del partito a Milano era la sua seconda casa. Michele passava la vita in auto: rappresentante di una ditta di cosmetici era sempre in viaggio e non aveva orari.

Riuscire ad organizzare la discesa della Vallée Blanche, partendo da Punta Helbronner, era stata un’impresa. Per la prima volta si sarebbero incontrati.

La passione per lo sci non era l’unica cosa che li accomunava, ma ancora non lo sapevano: una donna, da un po’ di tempo, lasciava impronte profonde in loro: come le tracce di uno sciatore sulla neve. Quelle non erano impronte destinate a sparire sotto la prima nevicata. La donna si chiamava Angela e gestiva un negozio di erboristeria a Lucca.

Il resto del racconto lo potrete conoscere se verrete in Valle d’Aosta, a chi deciderà per la salita in Sky Way consegnerò il racconto finito. Da leggere in cima alla montagna, ovvio.

Monte Bianco Monte Bianco Monte Bianco Monte Bianco

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