Il pino che sa di montagna

Aghi del pino mugo

Set 12, 2018

Oltre i mille metri, lo si incontra in tutto l’arco alpino: un cespuglio o un albero sempreverde forte e invadente, che ama spingersi ad alte quote, fin sotto le morene e al limite della vegetazione, dove i suoi rami, come prostrati dallo sforzo di adattarsi a condizioni così dure, si abbassano ma non cedono, e fanno da protezione contro valanghe e slavine. È tra i 1500 e i 2300 metri che il Pinus mugo trova il suo habitat ideale. È eretto, foltissimo, orgoglioso dei suoi rami dalle foglie ad ago leggermente ricurve, riunite a mazzetti di due o tre. Fiorisce tra aprile e maggio e poi si orna di frutti a pigna ovali contenenti piccoli semi scuri.

Rosetta centrale Una pianta dalle mille virtù

È proprio dai semi che si ricava un olio essenziale di qualità pregiata, detto “olio benedetto” nel linguaggio popolare, le cui virtù curative e rigeneranti sono note da sempre. Resinoso e balsamico, ha un intenso profumo che agisce su più fronti, libera la mente, purifica l’aria e mette in circolo energia positiva.

Sembra che siano stati i Celti a sfruttare per primi l’azione benefica del pino mugo.

Paolo ottiene l’olio essenziale per distillazione, procedimento che svolge artigianalmente con il nuovo alambicco. Ne occorrono quantità consistenti: per ricavare un kg di olio ci vogliono 250 kg di aghi. Ma anche dalle pigne essiccate si ottiene una farina per peeling e massaggi.

La sorpresa però arriva al momento di andare in tavola. Perché con il suo aroma fresco, intenso e resinoso il pino mugo – soprattutto germogli e aghi – ha trovato recentemente nuovi utilizzi e non è soltanto il naso ad esserne implicato, ma anche il palato si compiace di sensazioni decisamente insolite. Certo non è un gusto banale, né facile trattare la pianta in cucina, ma prova e riprova, sperimenta ricette già consolidate della cucina del Trentino, sono riuscita ad ottenere risultati molto interessanti.

Una sorpresa per il palato

Impossibile confonderlo: forte e deciso, il pino mugo dà carattere a una grappa tradizionale e a un liquore digestivo che si fa un po’ in tutte le Alpi. Se finora l’alcool sembrava il solo ingrediente al quale potesse associarsi, oggi è invece protagonista in cucina. Della pianta in cucina si usano gli aghi, una volta essiccati come quelli del rosmarino, ma anche i germogli freschi, che hanno perlopiù spiccate qualità decorative.


Risotto al pino mugoRisotto al pino mugo

  • 350 gr di riso Vialone nano
  • ½ cipolla
  • 1 l di brodo
  • 2 cucchiai di vino bianco
  • 3 fiocchi di burro al pino mugo
  • 4 cucchiaio di parmigiano
  • ½ limone
  • sale pepe

Fate appassire la cipolla tritata nell’olio. Unite il riso, versate il vino e il brodo bollente, mescolando. Dopo circa 15 minuti, aggiungete il parmigiano, il burro frullato con aghi di pino mugo e il succo del limone. Aggiustate di sale e pepe. Terminare la cottura e servire.


Tortelli al pino mugoTortelli al pino mugo

  • 4 cucchiai di olio
  • 1 mazzetto di prezzemolo e 1 di basilico
  • ½ cipolla
  • 2 spicchi di aglio
  • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • 4 punte di pino mugo seccate
  • ½ cucchiaio di farina di pino mugo
  • 60 gr di burro
  • sale pepe

Preparate la pasta con 400 gr di farina, 3 uova, una presa di zafferano, sale, 1 cucchiaio di brandy. Frullate le punte di pino mugo e gli altri ingredienti per 30 secondi. Stendete la pasta, suddividete il ripieno, formate i tortelli e cuoceteli per 5 minuti in acqua bollente. Scolate e condite con burro fuso.


Gelato al pino mugoGelato al pino mugo

  • 300 g di yogurt
  • 70 g di zucchero
  • 1 limone
  • 3 germogli di pino mugo
  • 2 cucchiai di miele di abete

Mescolate lo yogurt, lo zucchero, il succo e la buccia grattugiata dl limone, l’acqua, i germogli di pino mugo e il miele. Versate il composto nel bicchiere del frullatore e frullate. Ripetete l’operazione due volte, l’importante che i germogli di pino mugo si sminuzzino fino a non vederli più. Mettete il tutto nella gelatiera e passate nel freezer per 30 minuti oppure seguite le indicazioni del vostro apparecchio. Aggiungete più miele per un risultato più dolce. Tra i sorbetti, quello bianco verde al pino mugo è certamente il più insolito, con un sapore unico l’acidulo dello yogurt incontra quello resinoso del pino mugo, in un mix sorprendente.

 

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