Entrare in questa principesca dimora del Piemonte vuol dire calarsi nella vita quotidiana che si conduceva qui nel ‘700. E capire come cambiò nell’arco di un secolo.
Lassù, in alto sulla collina, domina la vastità della Pianura Padana, protetto alle spalle dalle Alpi: è il Castello di Masino, che si erge alto sul borgo di Caravino, vicino a Torino, a nemmeno un’ora di macchina dal nostro B&B. Appoggiati alla balaustra della magnifica terrazza ci godiamo un panorama ampio, libero e suggestivo. All’interno lo spettacolo non è da meno: le stanze di questo castello ospitano opere d’arte, affreschi, mobili, suppellettili che si sono stratificati nel tempo. Le generazioni che si succedevano ridipingevano, risistemavano, decoravano, aggiungevano: e oggi cosa eccezionale per un luogo aperto al pubblico, possiamo toccare con mano tracce di vita e arte che vanno dal ‘600 all’800, le une accanto alle altre, o addirittura sovrapposte come accade per alcuni affreschi. Proprietario dal 1988 è il FAI, che ne ha reso pubblico l’accesso. Lo ha regolato con visite guidate: buon sistema per aiutare chi entra a non perdersi e a non perdere il filo delle storie di cui le stanze sono testimoni. Con le opportune spiegazioni si gustano meglio e si dà senso agli innumerevoli ritratti di nobildonne e principi del ‘600 e del ‘700, ai mobili preziosi, alle suppellettili: queste ultime sono circa 4.000 quasi tutte originarie del castello. Cose usate nei secoli da regine, ambasciatori, amanti reali, influenti uomini di Chiesa. E che sembrano lasciate li in un giorno qualunque della loro vita lontana. Creando un’atmosfera di dimora vissuta, viva, evitando il rischio di trasformarlo in un museo muto e senza una storia sua.
Da fortino a dimora principesca. Il castello è appartenuto da sempre, per dieci secoli, ai conti Valperga. Fu proprio questa famiglia, che si poneva a fianco delle maggiori dinastie regnanti d’Europa, nell’anno Mille a far costruire qui un insediamento. A questa prima struttura difensiva ne seguì una più complessa nel ‘500. Finché nel ‘600 acquistò il suo aspetto attuale di residenza nobile di rappresentanza. Su allora che si cominciò a decorare e nominare le stanze in modo sontuoso: il Salone degli Stemmi, il Salone degli Antenati, le Stanze degli Ambasciatori. Sono circa trenta le stanze che si possono ammirare, dove i ritratti dei personaggi più influenti della casata osservano il visitatore dalle pareti.
C’è un altro ambiente da visitare, usciti dal Castello. Il Palazzo delle Carrozze: per due secoli le carrozze che ora vediamo parcheggiate nella scuderia settecentesca hanno percorso questi luoghi.